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Bonus acqua potabile: il credito di imposta per l’ ambiente

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Il Bonus acqua potabile è il credito d’imposta erogato in favore dei contribuenti che hanno provveduto all’acquisto ed all’installazione di sistemi che permettono la purificazione dell’acqua che si può bere dal rubinetto. 

L’agevolazione vuole perseguire gli obiettivi di migliorare la qualità dell’acqua da bere attraverso le proprie utenze e ridurre in questo modo il consumo della plastica che avviene attraverso l’acquisto della stessa in bottiglia.

Per le spese sostenute nel 2023, il Bonus depuratori acqua è richiedibile dal 2024 e rispetto al credito di imposta precedentemente fissato, al 50%, è stato ridotto al 17,9%. Infatti, il numero delle richieste è stato molto alto e le risorse messe a disposizione per l’agevolazione, un milione e mezzo di euro per il 2023, non basterebbero a soddisfare tutti i richiedenti.

Invece, qualora i fondi fossero sufficienti potrebbe essere confermata il credito di imposta al 50%, alla chiusura delle domande verrà comunicata la percentuale dell’agevolazione spettante.

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Come funziona il Bonus acqua potabile

Il Bonus acqua potabile è un credito di imposta pari al 50%, già nel 2022 ridotto al 17,9% a causa del numero elevato di domande che eccedevano i 5 milioni di euro di risorse messe a disposizione per l’agevolazione, al quale il contribuente può accedere se ha acquistato e installato:

  • filtri;
  • depuratori;
  • gasatori.

Tali sistemi devono avere come funzione quella di migliorare la qualità dell’acqua del rubinetto e non solo le persone fisiche possono accedere a tale incentivo ma anche:

  • le attività commerciali, imprenditoriali e professionali;
  • enti del Terzo settore e religiosi.

Il soggetto che sostiene la spesa per questi sistemi di depurazione deve essere il proprietario o detenere l’immobile nel quale essi sono presenti. 

bonus depuratori acqua
Il Bonus acqua potabile è il credito d’imposta erogato in favore dei contribuenti che hanno provveduto all’acquisto ed all’installazione di sistemi che permettono la purificazione dell’acqua che si può bere dal rubinetto.

L’importo massimo di spesa, avvenuta tra il primo gennaio ed il 31 dicembre 2023, per il Bonus acqua potabile 2024 è pari a:

  • 1.000 euro per le persone fisiche;
  • 5.000 euro per gli altri soggetti che possono averne diritto.

Per accedere al Bonus depuratori acqua non sono previsti limiti di reddito ISEE ed il pagamento delle spese deve essere dimostrato attraverso fatturazione elettronica o un documento commerciale in cui sia presente il codice fiscale del contribuente che lo richiede ed in generale con versamento bancario o postale. L’importante è che la spesa sia sostenuta con metodi di pagamento elettronici e non in contanti.

Esso è cumulabile. Infatti, il Bonus acqua potabile può essere usufruito dallo stesso richiedente per più acquisti in differenti proprietà, rimanendo però nei limiti di spesa. 

L’immobile su cui vengono installati i sistemi per migliorare la qualità dell’acqua può essere anche in locazione, comodato d’uso o in affitto per l’azienda. Se esso è in comproprietà, il credito di imposta va diviso in base alla quota di spesa corrisposta.

Come richiedere il Bonus acqua potabile

Per ottenere il Bonus acqua potabile sull’acquisto di sistemi per la mineralizzazione, filtraggio o addizione di anidride carbonica alimentare o raffreddamento dell’acqua si deve:

  • conservare i documenti che attestano la spesa sostenuta;
  • comunicare l’importo di spesa all’Agenzia delle Entrate dal primo al 28 febbraio accedendo all’Area Riservata sul suo sito web, inviando una comunicazione con un file conforme a quello richiesto e con il Modello di domanda compilato;
  • inserire la spesa nella dichiarazione dei redditi, nel Quadro G Crediti di imposta Rigo 15 del Modello 730 o nel Quadro RN Rigo 47 del Modello Redditi Persone Fisiche utilizzando il Codice 10 per entrambi, o nell’F24 per ottenerlo in compensazione. 

L’ammontare del credito di imposta che il contribuente otterrà verrà comunicato al contribuente dopo la chiusura delle domande e dipenderà dal numero delle richieste ricevute dall’Agenzia delle Entrate.

La domanda può essere inviata direttamente dal contribuente che ha sostenuto la spesa o da un intermediario come il commercialista o un consulente abilitato.

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